Google ha annunciato che il suo sistema di orchestrazione dei contenitori Docker, kubernetes, ha raggiunto la versione 1.2. Questa versione è rivolta alle organizzazioni più grandi che creano sistemi distribuiti, fornendo aggiornamenti delle prestazioni nonché una distribuzione e una gestione più semplici. Finora Kubernetes ha avuto oltre 680 contributori unici e la versione 1.2 segna il suo rilascio più grande fino ad oggi.
Google ha annunciato che il suo sistema di orchestrazione dei contenitori Docker, kubernetes, ha raggiunto la versione 1.2. Questa versione è rivolta alle organizzazioni più grandi che creano sistemi distribuiti, fornendo aggiornamenti delle prestazioni nonché una distribuzione e una gestione più semplici. Finora Kubernetes ha avuto oltre 680 contributori unici e la versione 1.2 segna il suo rilascio più grande fino ad oggi.
L'obiettivo di Kubernetes era semplificare la creazione di sistemi distribuiti. L'ultima versione compie un passo importante in questa direzione non solo semplificando la gestione e l'implementazione, ma anche aumentando la scalabilità e riducendo la latenza. Questi miglioramenti sono in parte possibili grazie alla comunità Kubernetes. Quasi ogni giorno la community organizza incontri e conferenze su Kubernetes. Questo coinvolgimento attivo molto probabilmente ha contribuito a far sì che Kubernetes venisse accettato come primo progetto dalla Cloud Native Computing Foundation (CNCF).
Le nuove caratteristiche includono:
- Miglioramenti di scala significativi. Aumentata la scala del cluster del 400% fino a 30,000 pod per cluster
- Distribuzione e gestione semplificate delle applicazioni.
- La configurazione dinamica (tramite l'API ConfigMap) consente alle applicazioni di estrarre la propria configurazione durante l'esecuzione anziché inserirla in fase di compilazione.
- Le distribuzioni chiavi in mano (tramite l'API di distribuzione beta) consentono agli utenti di dichiarare la propria applicazione e Kubernetes farà il resto. Gestisce il controllo delle versioni, più implementazioni simultanee, aggregando lo stato su tutti i pod, mantenendo la disponibilità e il rollback delle applicazioni.
- Gestione automatizzata dei cluster:
- Affidabilità migliorata grazie al failover tra zone e alla pianificazione multizona
- Le applicazioni semplificate un pod per nodo (tramite l'API Beta DaemonSet) consentono agli utenti di pianificare un servizio (come un agente di registrazione) che esegue uno e solo un pod per nodo.
- Il supporto TLS e L7 (tramite l'API Beta Ingress) fornisce un modo semplice per integrarsi in ambienti di rete personalizzati supportando TLS per comunicazioni sicure e L7 per l'instradamento del traffico basato su http.
- Graceful Node Shutdown (noto anche come Node Drain) si occupa della transizione dei pod da un nodo e ne consente lo spegnimento pulito.
- I parametri personalizzati per la scalabilità automatica ora supportano i parametri personalizzati, consentendo agli utenti di specificare una serie di segnali per indicare i pod con scalabilità automatica.
- La nuova GUI consente agli utenti di iniziare rapidamente e abilita le stesse funzionalità presenti nella CLI per un'interfaccia più accessibile e individuabile.
Disponibilità
Kubernetes 1.2 è ora disponibile su GitHub
Fondamenta del cloud nativo per il computing
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